Categorie Formazione

Sotto la lente dei dati: il mercato del lavoro in una prospettiva data driven.

Lo studio, presentato in anteprima da Valerio Momoni, Chief Corporate Development Digit’Ed, in occasione di Digit’Ed Fast Forward, analizza il mercato del lavoro italiano attraverso i risultati di una ricerca condotta con l’uso dell’Intelligenza Artificiale sul ruolo della formazione in un mondo del lavoro in grande evoluzione.
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Che numeri sono emersi e quali sono i macro trend del momento?

Negli ultimi anni il mercato del lavoro è stato oggetto di profonde trasformazioni, influenzate da una serie di dinamiche, competenze richieste e fattori determinanti. Attraverso un’innovativa ricerca supportata dall’intelligenza artificiale, abbiamo esaminato più di 30.000 profili aziendali, oltre 43.000 cambi di posizione e 650.000 offerte di lavoro. In particolare, ci siamo concentrati su tre fattori chiave: l’hiring behavior, la great resignation e l’importanza della formazione nel contesto lavorativo.

Gli hiring behavior – Il ponte tra teoria e lavoro effettivo

Il 47% delle offerte di lavoro è dedicato ai profili junior, ma solo il 10% delle assunzioni riguarda questa categoria, mentre il 68% coinvolge profili senior. L’analisi dettagliata mostra un aumento delle competenze richieste e degli anni di esperienza per i profili junior, spingendo le aziende a rivolgersi a figure più esperte. Questa discrepanza evidenzia l’urgente necessità di un collegamento efficace tra la formazione teorica e le esigenze pratiche del mondo del lavoro.

La great resignation – il cambiamento nei paradigmi del lavoro

Tra il 2018 e il 2022, il fenomeno della “great resignation” ha visto un aumento del 41%, coinvolgendo tutte le industrie. Mentre il cambiamento è parziale per i profili mid e senior, è particolarmente marcato nei profili junior, raddoppiando la tendenza al cambio entro i primi due anni dall’assunzione. Questa dinamica richiama l’attenzione sulle strategie aziendali per trattenere i talenti, strategie che ora più che mai devono includere piani formativi adeguati e efficaci.

L’importanza della formazione – l’investimento nell’asset umano

Un sondaggio di Randstad identifica tre elementi chiave considerati dai lavoratori nel cambiare azienda: flessibilità, prospettive di crescita e formazione. L’analisi mostra che una formazione qualificata, certificata o aziendale aumenta significativamente il tempo medio di permanenza in azienda, passando dal 50% al 70%.

Abbiamo riscontrato un aumento del 50% di professionisti che hanno seguito almeno un corso di formazione e l’82% dei dipendenti ritiene importante la riqualificazione e il miglioramento delle proprie competenze, una persona su due è insoddisfatta perché non riceve un’adeguata offerta formativa.

La tipologia di formazione è quindi quanto mai cruciale: corsi generici, spesso autoapprendimento, sembrano predire un imminente cambio di lavoro, mentre corsi di alto livello come quelli offerti da business school mostrano un impatto positivo sulla carriera e sulla retention.

Conclusione

Ciò che emerge è un crescente divario tra la formazione universitaria e le skill richieste dalle aziende, una tendenza dei profili junior a cambiare lavoro entro i primi due anni dall’assunzione e che mentre la formazione di alto livello si erge come uno degli strumenti più efficaci per ridurre il divario tra le aspettative del mercato del lavoro e le competenze acquisite durante la formazione universitaria.

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