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L’autunno caldo delle HR: Il “Reskilling” come necessità imperativa

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Questo autunno si preannuncia cruciale per affrontare le sfide poste dal rapido progresso tecnologico. Con le aziende e i dipendenti che si trovano a dover adattare le loro competenze a un panorama in continua evoluzione, il reskilling emerge come una priorità non solo per rimanere competitivi, ma per sopravvivere in un mondo del lavoro sempre più automatizzato.

La forza lavoro sta subendo un cambiamento radicale guidato da progressi tecnologici rivoluzionari, non solo evolutivi. Le previsioni dell’OCSE dipingono un quadro preoccupante: l’automazione è pronta a eliminare o trasformare radicalmente quasi la metà dei posti di lavoro entro due decenni. Non si tratta di una minaccia futura e lontana, ma di un fenomeno che si sta verificando ora e che costringe milioni di persone a riqualificarsi, non solo ad aggiornarsi. Questa sfida profonda rimodella le fondamenta stesse delle nostre strutture sociali ed economiche.

Il ritmo incalzante del cambiamento tecnologico

In passato, quando il progresso tecnologico aveva un ritmo più modesto, era possibile imparare un’abilità o un mestiere ed essere preparati per una vita di lavoro. La formazione sul posto aziendale era generalmente sufficiente per tenere il passo con i cambiamenti del mondo del lavoro. Ma il progresso genera progresso e l’innovazione si sta ora verificando a ritmi quasi esponenziali. Se la natura delle professioni evolve così rapidamente, non possiamo più fare affidamento su competenze statiche. Abbiamo bisogno di modelli di apprendimento dinamici che ci permettano di aggiornare le nostre competenze, espandere le nostre capacità e approfondire le nostre conoscenze.

Heather E. McGowan , una mente pionieristica e leader di questo nuovo movimento di apprendimento, già 8 anni fa visualizzava bene questo concetto . Piuttosto che costruire una serie di competenze che si esauriscono al culmine della carriera, McGowan sosteneva che avremmo dovuto imparare e applicare nuove competenze per tutta la vita.

“Se il vecchio modo di lavorare incoraggiava una curva a campana, il futuro richiederà un’onda sinusoidale. L’apprendimento deve essere ciclico, continuo, infinitamente adattivo”

Heather McGowan 2017

Oggi, la velocità dell’evoluzione tecnologica ha raggiunto la velocità di curvatura, modificando radicalmente le competenze richieste dalla forza lavoro. Le tecnologie odierne non solo automatizzano i compiti ripetitivi, ma stanno invadendo i lavori sofisticati di conoscenza, tra cui la ricerca, la codifica e la scrittura.

Questo cambiamento ha ridotto drasticamente la durata media di conservazione delle competenze a meno di cinque anni, con alcuni settori tecnologici che hanno subito un calo ancora più marcato fino a soli due anni e mezzo. Le implicazioni sono evidenti: i lavoratori sono in costante corsa per adattarsi, poiché le loro attuali competenze potrebbero diventare obsolete domani.

Questo ritmo incessante non è solo una sfida individuale: è un momento di svolta per le organizzazioni che devono adattarsi per rimanere competitive. La riqualificazione non è mai stata così cruciale, sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro che si trovano a navigare in questo panorama in continua evoluzione

Riqualificazione: un imperativo strategico

Di fronte all’inarrestabile cambiamento tecnologico, la riqualificazione non è solo una reazione impulsiva, ma un imperativo strategico per le aziende. Questo cambiamento riconosce che il futuro del lavoro richiede una forza lavoro dotata di nuove e rilevanti competenze.

Le aziende che abbracciano questa strategia stanno già raccogliendo i frutti. Infosys, ad esempio, ha riqualificato oltre 2.000 esperti di #cybersecurity, mentre Vodafonesoddisfa il 40% del suo fabbisogno di sviluppatori software attraverso l’aggiornamento dei talenti interni.

La Machine Learning University di Amazon esemplifica questo approccio strategico, trasformando i dipendenti con una minima esperienza di apprendimento automatico in esperti del settore.

Non si tratta solo di colmare le lacune immediate di competenze dunque ma di promuovere una cultura di apprendimento e adattamento continui. Questo approccio strategico alla riqualificazione consente alle aziende di costruire un vantaggio competitivo sviluppando talenti non disponibili sul mercato, assicurando loro un posto nel futuro del lavoro.

Sfide e soluzioni della riqualificazione

Pur essendo cruciali, le iniziative di riqualificazione devono affrontare delle sfide. Un ostacolo significativo è la resistenza dei middle manager, che temono che la riqualificazione possa danneggiare la produttività immediata del loro team o portare a una migrazione interna dei talenti. Aziende come Wipro e Amazon hanno affrontato questo problema facendo dello sviluppo dei talenti una responsabilità manageriale fondamentale , allineando gli sforzi di riqualificazione agli obiettivi della leadership.

Un’altra sfida è rappresentata dal rapido ritmo del cambiamento tecnologico, che richiede un approccio dinamico allo sviluppo delle competenze. Le organizzazioni stanno affrontando questo problema adottando tassonomie di competenze e sfruttando mercati interni di talenti alimentati dall’intelligenza artificiale, come Novartis, per abbinare i dipendenti alle opportunità di riqualificazione.

Inoltre, l’integrazione della riqualificazione nel flusso di lavoro attraverso incarichi di affiancamento e apprendistato interno si è dimostrata efficace nel ridurre l’attrito tra apprendimento e lavoro, migliorando in definitiva il processo di riqualificazione.

Il futuro del lavoro e della riqualificazione

La riqualificazione dunque non è più una scelta, ma una necessità sia per la progressione delle carriere individuali sia per la resilienza dell’organizzazioni. Le aziende che abbracciano la riqualificazione come elemento centrale della loro strategia non solo riusciranno a superare le sfide della disruption tecnologica, ma saranno anche in prima linea nel plasmare il futuro del lavoro. Un futuro in cui l’apprendimento continuo è incorporato nel DNA dell’organizzazione, assicurando che sia i dipendenti che le aziende rimangano rilevanti e competitivi in un panorama in continua evoluzione.

La partnership con iniziative globali, come il progetto del World Economic Forum (WEF) di riqualificare 600 milioni di persone entro il 2030 , rappresenta un’opportunità per imprese private e istituzioni per contribuire a questa rivoluzione su larga scala, creando una forza lavoro agile, adattabile e preparata per affrontare le sfide tecnologiche di domani.